I fondi comuni di investimento rientrano fra i principali strumenti del risparmio gestito e vengono classificati in base al profilo di rischio-rendimento. Sono suddivisi in quote di uguale entità che garantiscono gli stessi diritti ai risparmiatori. Il valore delle quote varia in funzione delle performance registrate dai titoli acquistati. In base alle modalità di sottoscrizione, è possibile distinguere tra fondi chiusi e fondi aperti. Nel secondo caso, gli investitori possono accedere in ogni momento alla sottoscrizione o al rimborso delle quote: di conseguenza, il numero delle quote – così come il patrimonio – non sono fissi ma cambiano nel tempo. Il valore delle quote può essere calcolato su base quotidiana, suddividendo il patrimonio complessivo del fondo per il numero di quote. Il portafoglio, inoltre, si concentra perlopiù su attività quotate. I fondi chiusi, invece, limitano la sottoscrizione delle quote al periodo di offerta, mentre il rimborso avviene a scadenze regolari o alla chiusura del fondo. Diversa anche la composizione del portafoglio che, in questo caso, si focalizza su asset poco liquidi e su investimenti di lungo periodo come i beni immobiliari.
La modalità di partecipazione ai profitti, inoltre, differenzia i cosiddetti fondi a distribuzione dai fondi ad accumulazione dei proventi. Se si generano delle plusvalenze, i primi prevedono il pagamento di cedole e consentono di scegliere fra incasso della cedola o reinvestimento dei proventi. I fondi ad accumulazione, invece, offrono un guadagno solo al momento della cessione delle quote e reinvestono automaticamente nel fondo i risultati di gestione.
I fondi comuni di investimento si caratterizzano anzitutto per la politica di investimento e per il tipo di strumenti finanziari a cui si affidano in prevalenza. Secondo questa logica, possiamo distinguere tra fondi azionari, fondi obbligazionari, fondi bilanciati (misto di azioni e obbligazioni), fondi monetari e fondi comuni di investimento speculativi. In base alla tipologia di fondo, cambiano anche gli obiettivi di rendimento e il livello di rischio. Quest’ultimo è più elevato nel caso dei fondi azionari rispetto ai fondi bilanciati e, a maggior ragione, rispetto ai fondi che investono in obbligazioni e titoli di Stato.
Gli strumenti meno rischiosi sono i fondi monetari o fondi di liquidità, caratterizzati da un orizzonte di investimento a breve termine e duration massima di 6 mesi. Anche questi strumenti, tuttavia, sono esposti al rischio di svalutazione delle quotazioni, oltre a offrire rendimenti bassi. I fondi comuni di investimento indicizzati, invece, replicano un determinato indice di mercato: solitamente, questo è composto da azioni o obbligazioni, ma esistono anche fondi mirati che si focalizzano su specifici settori o tipologie di società. Alle tipologie già citate si aggiungono, infine, i fondi di fondi e i cosiddetti umbrella fund che investono in quote di altri fondi e organismi di investimento collettivo del risparmio.
I fondi comuni di investimento si distinguono rispetto ai fondi indicizzati e agli ETF (Exchange Traded Fund). La differenza tra ETF e fondi comuni di investimento consiste essenzialmente nel tipo di gestione che nel primo caso è definita passiva: si basa, cioè, sulla composizione e sull’andamento di un determinato indice che viene riprodotto fedelmente. I fondi comuni di investimento, al contrario, sono caratterizzati da una gestione attiva e prevedono, di conseguenza, costi generalmente più alti. Il fatto di prevedere un patrimonio distinto rispetto alla SGR, inoltre, differenzia i fondi comuni di investimento rispetto alle Sicav (società di investimento a capitale variabile) e alle Sicaf (società di investimento a capitale fisso). Anche se l’attività di investimento è sostanzialmente simile, nel caso delle Sicav e delle Sicaf il sottoscrittore diventa socio a tutti gli effetti della società di gestione.
I fondi comuni di investimento prevedono varie voci di costo, a cominciare dalle commissioni di ingresso e di uscita. Si tratta di commissioni opzionali, eventualmente dovute al momento della sottoscrizione e della liquidazione delle quote. I fondi che non richiedono alcuna commissione di ingresso sono definiti no load. A questi costi si sommano le commissione di gestione, anch’esse espresse in percentuale rispetto al patrimonio investito e calcolate su base annua. La società di gestione può decidere di applicare anche una commissione di performance se i risultati superano un determinato benchmark. Per quanto riguarda la tassazione dei fondi comuni, l’imposta prevede un’aliquota del 26% sui proventi realizzati, anche nel caso dei fondi comuni esteri armonizzati (fondi commercializzati in tutti i Paesi dell’Unione europea in regime di mutuo riconoscimento).
Al di là dei costi previsti per chi sottoscrive un fondo comune di investimento, quali sono i motivi che li rendono appetibili per i risparmiatori? Un primo vantaggio è dato dalla possibilità di diversificare, anche a fronte di un capitale ridotto, il proprio investimento. Oltre a contare sul supporto di un professionista per la gestione del patrimonio, gli investitori hanno la garanzia che quest’ultimo non verrà aggredito in caso di problemi legati alla società di gestione.
La distinzione tra il patrimonio del fondo e quelIo della SGR rappresenta un’importante tutela per l’investitore, cui sommano i controlli eseguiti dalla Consob, dalla Banca d’Italia, dalla società di revisione e dalla banca depositaria. Al di là degli aspetti giuridici, i fondi comuni di investimento non garantiscono l’integrità del capitale o la possibilità di ottenere un rendimento. Un riferimento importante per scegliere il fondo su cui investire è rappresentato dal Key Investor Information Document (KIID) che descrive nel dettaglio le attività e la politica di investimento del fondo, anche in rapporto all’area geografica e al settore. Questo documento consente di valutare il profilo di rischio – grazie all’indicatore sintetico di rischio, compreso fra 1 e 7 – e di effettuare previsioni circa il rendimento atteso. Un’indicazione utile può derivare dai rendimenti conseguiti negli ultimi 10 anni, anche se questo dato non offre alcuna certezza circa le performance future del fondo.
Per monitorare l’investimento è consigliabile analizzare anche i documenti contabili e le comunicazioni relative a modifiche riguardanti i costi e la politica di investimento. Per informazioni aggiornate sui fondi comuni di investimento e sulle quotazioni è possibile consultare il sito ufficiale della società di gestione o i siti specializzati che riportano l’andamento dei principali fondi.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso. Un investimento è soggetto al rischio di perdita. Rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
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