Per finanziare lo Stato sociale, gli investimenti e le attività economiche, lo Stato ricorre all’emissione di debito pubblico. Il suo significato, dal punto di vista tecnico, coincide col debito complessivamente accumulato per compensare il deficit: ovvero, l’eccesso di uscite rispetto alle entrate. L’ammontare del debito pubblico in rapporto al Pil è un indicatore fondamentale della salute finanziaria di una nazione: non a caso, è fra i parametri che condizionano l’accesso e la permanenza dei vari Paesi nell’Eurozona. Al tempo stesso, la gestione del debito può essere influenzata dalle misure adottate dalla Banca centrale europea in materia di politica monetaria.
Quando si affronta il tema del debito pubblico, il significato è sempre legato al concetto di disavanzo o deficit pubblico: ovvero, alla differenza fra le entrate e le uscite di uno Stato, nell’arco di un singolo esercizio finanziario. Se è vero che il debito pubblico serve a compensare il deficit, è altrettanto vero che contribuisce ad aumentarlo: oltre a comprendere le misure di spesa pubblica, infatti, le uscite di uno Stato includono gli interessi sul debito, ovvero gli importi che lo Stato dovrà corrispondere a scadenza ai creditori. Nell’ambito dell’Eurozona, i Paesi membri sono tenuti a contenere il rapporto deficit/Pil nei limiti del 3% (prendendo in considerazione il disavanzo strutturale, al netto cioè dei fattori temporanei). Fra le misure adottate per comprimere il deficit ci sono le privatizzazioni e l’aumento della pressione fiscale.
Il debito pubblico, per definizione, può essere finanziato a livello interno attraverso l’emissione di titoli di stato o tramite prestiti multilaterali e bilaterali concessi da banche, istituzioni o Paesi terzi. Lo strumento prevalentemente utilizzato sono le obbligazioni. Nel caso del debito pubblico italiano, sono impiegati sia strumenti a medio-lungo termine – Btp, Cct e Cteu – che obbligazioni a breve scadenza quali Bot, Ctz, Btp Italia e Btp€i.
Come noto, il debito pubblico italiano è costantemente sotto attenzione. Secondo le regole stabilite dal Patto di Stabilità e Crescita europeo ogni Paese membro è tenuto a rispettare precisi vincoli di bilancio: fra questi c’è anche il rapporto tra debito pubblico e Pil che deve attestarsi al di sotto del 60%. L’Italia è fra i Paesi dell’Eurozona che sforano questo tetto e, in quanto tali, sono chiamati ad adottare appositi correttivi per ridurre il divario. Il rispetto del parametro debito/Pil ha lo scopo di salvaguardare la tenuta dei conti pubblici nazionali, così come la tenuta del sistema finanziario europeo.
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