Tasso di Cambio

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Tasso di cambio: cos’è? Definizione e spiegazione

Il tasso di cambio indica il rapporto di prezzo esistente fra due valute. Rappresenta, in altre parole, il tasso al quale vengono scambiate le monete. Per definizione, questo valore esprime il numero di unità di moneta estera che possono essere acquistate con un’unità di valuta domestica e viceversa. 

Il tasso di cambio è fondamentale per determinare il costo di beni e servizi ed è caratterizzato da variazioni giornaliere in base alle quotazioni di mercato. Tali oscillazioni possono determinare un apprezzamento o, al contrario, un deprezzamento dei tassi di cambio. Tra gli elementi che incidono sul valore della moneta ci sono i tassi di interesse applicati dalle banche centrali e la dinamica delle importazioni e delle esportazioni. Anche gli investimenti finanziari e le operazioni speculative effettuate sui cambi incidono sui meccanismi di domanda e offerta e, conseguentemente, sul valore della moneta.

Cos’è il tasso di cambio più di preciso, come si calcola e qual è l’impatto delle variazioni dei tassi sui mercati internazionali? 

Tasso di cambio nominale

La definizione del tasso di cambio può seguire due metodi diversi. Può riferirsi, infatti, al tasso di cambio nominale o al tasso reale. Il tasso di cambio nominale si definisce come il prezzo di una valuta in termini di un’altra e può essere quotato “certo per incerto” o “incerto per certo”. Nel primo caso indica la quantità di moneta estera che è possibile acquistare con una singola unità di valuta domestica. La quotazione “incerto per certo”, al contrario, esprime la quantità di moneta interna necessaria per acquistare una unità di moneta estera. 

Il rapporto di cambio fra due valute può essere calcolato anche in modo indiretto. Per farlo è necessario prendere a riferimento una terza moneta e mettere a confronto il rispettivo tasso di cambio. Il calcolo del cosiddetto tasso di cambio cross rate si ottiene misurando il rapporto di cambio che lega le due valute alla moneta di riferimento: i tassi di cambio così ricavati andranno messi a rapporto per ottenere il tasso di cambio incrociato. 

Tasso di cambio reale

La spiegazione del tasso di cambio può riferirsi anche al tasso di cambio reale. La definizione, in questo caso, si basa sul confronto tra i prezzi dei beni e dei servizi venduti sul mercato interno e il costo degli stessi beni sul mercato estero. I prezzi in questione devono essere rivalutati al valore nominale tra le rispettive valute, secondo la seguente formula:

Cn x Pi / Pe  

dove Cn rappresenta il valore nominale tra le due monete, Pi il prezzo del bene sul mercato interno e Pe il prezzo del bene o del servizio sul mercato estero.

Il tasso di cambio può essere definito anche effettivo o multilaterale. Con questa espressione si indica la competitività di prezzo all’interno di una determinata area economica. La misurazione del tasso di cambio effettivo tiene in considerazione l’evoluzione dei prezzi, mettendo a confronto diverse aree concorrenti. Tra i fattori oggetto di valutazione rientrano l’indice dei prezzi al consumo e i volumi dei flussi commerciali.

Regimi dei tassi di cambio

Le variazioni dei tassi di cambio dipendono da numerosi fattori. Tra i più importanti ci sono le misure di politica monetaria adottate dalle banche centrali. Il tasso di cambio può essere soggetto a limiti o, al contrario, essere lasciato libero di fluttuare in base all’andamento dei mercati. Nel primo caso si ottiene un regime dei cambi monetari fisso: i tassi di cambio sono vincolati a una misura di riferimento, rappresentata da un’altra valuta o da una riserva. Il vantaggio è dato dalla stabilità dei cambi; lo svantaggio, da una rigidità nella regolazione della quantità di moneta da parte delle istituti centrali in base alle esigenze che derivano dal contesto macroeconomico. In assenza di vincoli si ha un regime dei cambi monetari variabile.  

La presenza di un mercato libero efficiente è una premessa fondamentale per assicurare l’allineamento dei cambi. A livello teorico, la legge di parità dei poteri d’acquisto e la legge del prezzo unico dovrebbero garantire, nel lungo periodo, l’equilibrio fra i prezzi domestici ed esteri e il bilanciamento fra domanda e offerta. Le banche centrali hanno il potere di influenzare il tasso di cambio nominale attraverso l’acquisto e la vendita di valuta nazionale ed estera. L’equilibrio fra domanda e offerta dipende ovviamente anche dall’attività degli operatori commerciali e dagli investimenti effettuati dagli operatori finanziari. 

BCE e tassi di cambio

I tassi di cambio di riferimento dell’area euro vengono pubblicati quotidianamente dalla Bce. I cambi di riferimento mettono a confronto l’euro con una trentina di valute e riflettono la media dei tassi di acquisto e di vendita. Le reali operazioni di mercato non considerano necessariamente questi valori: i cambi di valuta, infatti, vengono effettuati ai tassi di mercato calcolati in tempo reale. Un indicatore importante diffuso dalla Bce è il tasso di cambio effettivo nominale dell’euro che esprime le medie ponderate dei tassi di cambio bilaterali dell’euro.

Fra gli obiettivi dichiarati della Bce non c’è quello di condizionare i tassi di cambio tramite misure di politica monetaria. Ciononostante, il monitoraggio dei tassi di cambio è fondamentale in termini di stabilità dei prezzi e di controllo dell’inflazione. Il target della banca centrale, infatti, è mantenere i livelli di inflazione nell’area euro intorno al 2%.   

Conclusioni

Una moneta forte rende più conveniente l’importazione di beni da Paesi esteri: un vantaggio considerevole se si considerano, in particolare, le quotazioni delle materie prime e delle risorse impiegate nel settore produttivo. Un apprezzamento del cambio, tuttavia, non necessariamente rappresenta un vantaggio: la conseguenza, infatti, può essere una perdita di competitività e una riduzione delle esportazioni nette a livello aggregato. Gli scambi commerciali includono anche il turismo che determina un’esportazione di beni da parte del Paese ricevente. 

Le variazioni legate ai tassi hanno conseguenze dirette sull’andamento dell’inflazione. In generale, l’apprezzamento della valuta nazionale può comportare un vantaggio rispetto a un concorrente se i livelli dei prezzi restano invariati o se le rispettive variazioni seguono la stessa direzione del tasso nominale. 

Nell’insieme, valutare l’impatto del tasso di cambio sul sistema economico non è un’operazione semplice, come si evince dalle svalutazioni competitive attuate in alcuni casi, con successo, in risposta a fasi di economia stagnante. L’andamento dei tassi di cambio, in ogni caso, ha ricadute significative sugli scambi internazionali, incluse le operazioni speculative sulle valute che sfruttano i possibili disallineamenti sui cambi.

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