Il costo attribuibile all’ETF è il cosiddetto TER (Total Expense Ratio; Costo Totale). ETF diversi hanno costi diversi che dipendono principalmente dalla tipologia di costruzione (fisica o sintetica), dalla liquidità dell’indice di riferimento e dalle strategie commerciali della casa prodotto. Ci sono diversi costi legati alla detenzione di un ETF e, più l’ETF à complicato, più questi costi rischiano di essere nascosti o difficilmente calcolabili.
La cosa più importante da prendere in considerazione rimane il Tracking Error che rappresenta la vera misura del costo dello strumento come scostamento (generalmente negativo) dalla performance netta dell’indice di riferimento. Oltre a questo va tenuto in considerazione che talvolta l’investitore in ETF ha altri rischi oltre alla performance dell’indice di riferimento e difficilmente le case prodotto restituiscono le remunerazione per quei rischi (come il rischio di credito del collaterale) e anche questo va considerato nell’analisi del costo/ Tracking Error e quindi nella scelta degli strumenti.
Per ogni ETF che consigliamo, Moneyfarm analizza tutto il dettaglio dei costi, che generalmente vanno ricostruiti a livello del prospetto dello strumento e parlando con la casa produttrice. A livello più superficiale, le case prodotto pubblicano un TER massimo applicabile che è da utilizzare come guida per una prima valutazione.
Tipicamente il TER espresso dalle case prodotto (e poi effettivo) varia da 0,15% dell’investito per gli ETF che replicano indici obbligazionari, a circa 0,20% per gli azionari, allo 0,50% per gli ETF con strategie più complesse su indici meno liquidi come quelli dei mercati emergenti o materie prime.
I portafogli costruiti da Moneyfarm hanno un costo medio degli ETF (TER ponderato degli strumenti) di 0,16%.
Oltre a queste spese esistono i costi di negoziazione che però non sono parte del costo specifico dello strumento.